Bambini e TV

di Spiotta Ernestina

Il "consumo" televisivo da parte dei bambini ,oggetto della ricerca sul campo di questo test,è un fenomeno che va a collocarsi , partendo dall'analisi effettuata da R.Silverstone in "Televisione e vita quotidiana" va a collocarsi in un quadro socio-comportamentale che risponde ad esigenze antropologiche , storiche e psicologiche dell'individuo.

La televisione , ormai "mezzo domestico"  o "scatola nell'angolo" , come la definisce Anderson, ha assunto un ruolo familiare, è divenuta mezzo di sicurezza e di espansione verso una realtà"comunitaria e nazionale condivisa e condivisibile"(Anderson).

I bambini "osservati" in questo test frequentano la classe terza elementare e hanno dagli otto ai nove anni di età, provengono da una situazione socio-ambientale variegata (agricolo-terziario-industriale), alcuni di essi vivono in campagna ,altri,la gran parte, in paese(i paesi sono Oliveto Citra e Colliano -Salerno ,hanno subito le "angherie" della ricostruzione del post-terremoto).

Il bambino "tipo" che emerge da questo test è un bambino che vede molta televisione ,a tutte le ore del giorno, spesso è da solo , "consuma" soprattutto cartoni animati e in particolare quelli di ITALIA 1,non è sufficientemente interessato alla realtà (quella vera del TG), parla poco con i familiari di quello che vede in TV , ma preferisce parlarne con i suoi coetanei e anche i problemi personali li affronta più facilmente con i coetanei piuttosto che con i familiari.

Ritengo che per quanto sia positivo e gratificante il rapporto con la televisione da parte dei bambini deve essere controllato .

La mancanza di riflessione con gli adulti su quanto visto e udito grazie alla "scatola nell'angolo", potrebbe portare i nostri bambini alla costruzione di un falso sapere, all'idealizzazione di una realtà che non esiste.

Il bambino solo davanti alla televisione è un soggetto debole e , proprio perchè emotivamente legato a questo strumento,  può subire condizionamenti , può essere turbato nel suo normale processo di maturazione da scene di violenza che sono frequenti anche nei cartoni animati.

E' opportuno che le famiglie vengano sensibilizzate a questo problema, che le comunità si attivino per creare spazi e tempi di incontro tra bambini , tra adulti e tra bambini e adulti, si recuperino momenti e situazioni di vita associata  andate in disuso, si valorizzi finalmente quella che è l'interiorità dell'uomo e che può emergere solo in situazioni di relazione.

Le agenzie di formazione come la scuola devono , finalmente, prendere in considerazione le problematiche legate all'utilizzo dei mass-media non solo a livello formale (corsi di aggiornamento,macro progetti...)ma in maniera fattiva , facendo entrare nella didattico tout cour l'utilizzo creativo e critico di questi strumenti.

"La scuola deve alfabetizzare l'allievo ai linguaggi dei mass-media in modo da offrirgli tutti gli strumenti cognitivo-affettivi per decodificare  il messaggio,organizzare le informazioni, rielaborarli in forma personale riuscendo ad esprimere una valutazione critica." F.Falcinelli

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